- scritto da Elisa Stellacci
- categoria Legno
L’arte di accatastare la legna. Esempi dal mondo
Una tecnica che si tramanda di generazione in generazione ispirando architetti e paesaggisti. L'arte di accatastare la legna non conosce più confini e, dall'Italia al Giappone, ha investito tutti i campi della creatività. Ecco alcuni esempi scovati nel mondo.
“La parola "catasta" è di per sé una poesia, per il legno di cui è fatta, per quello che evoca e, nella lingua italiana, per il suono della parola stessa. So bene che non sempre sono belle e curate e spesso sono un oltraggio all’ambiente e al paesaggio. Ma qualche volta le cataste sono vere e proprie costruzioni, piccole casette o vere cattedrali con grandi tetti che le coprono, tenendo insieme i tozzetti e riparando dalla pioggia e dalla neve.”
“Le cataste”, Michele De Lucchi, 2017
Le cataste sono solitamente costituite da pezzi di legno tagliati pressoché uguali, disposti gli uni sugli altri, con il duplice scopo di accumularli ordinatamente per poi prenderli e bruciarli, e di facilitarne l’essiccazione. Sono allestite dopo il taglio nei parchi e nelle foreste per rendere possibile l’approvvigionamento di legname e per valorizzare e rinnovare l’impianto boschivo.
Per evitarne il crollo e controllarne spazio occupato ed effetto estetico devono essere disposte in modo accurato: sicurezza, stabilità, ventilazione, copertura da piogge e nevi sono le caratteristiche da rispettare per preservare e accatastare adeguatamente il legname da ardere.
Esempi artistici di cataste di legna
Meno conosciute sono le cataste di legna come elementi architettonici e opere di land art. Sedute rustiche, barriere, percorsi e persino abitazioni possono essere realizzati con ceppi triangolari, tronchi e cortecce sia in contesti naturali che urbani.
Solitamente chi abita in montagna fa scorta di legna in estate per costruire, come scrive Michele de Lucchi, “fabbricati semplici, necessari, inaccessibili”. Ordinati, seppur con ciocchi di diverse dimensioni, esposti a sud ma coperti da pensiline. La cura nel taglio e nella sovrapposizione si tramanda di generazioni in generazioni nei paesini montanari e nelle foreste.
Alcuni borghi, come il comune di Mezzano nel Trentino, celebrano le secolari cataste di legna, dette in dialetto “canzei”, incaricando artisti di realizzare installazioni tra le viuzze, piazze e case. Un allegro rivestimento di legno su una casetta in pietra, con tanto di bucature in cui inserire piante e angoli definiti da tronchi orizzontali, è un esempio tradizionale di accatastamento, ma non mancano opere più originali con tronchi che sembrano rotolare da un ballatoio sulla tettoia sottostante.
Il rituale di accatastare la legna, la lentezza e la semplicità sono elogiate da Michele de Lucchi nella sua collezione “Cataste”: dieci opere in legno di noce e 10 disegni esposte nel 2017 nella galleria milanese Jannone. Rappresentano il simbolo del costruire antico e propongono una riflessione sui valori estetici e funzionali odierni.
In un cortile berlinese, con una vista onnicomprensiva dai piani superiori, si può ammirare un’installazione dell’Atelier LandArt: due vasche lunghissime in granito subiscono una trasformazione scomparendo sotto un guscio di legno, al centro scorre l’acqua, tra i tronchi di peccio tagliati secondo una linea sinuosa longitudinale, che lascia intravedere il bacino.
Ulteriore esempio di cataste di legna in ambito urbano sono le sedute dei paesaggisti Schmid nel quartiere Altstetten a Zurigo. Il cemento granuloso e irregolare s’interrompe per dar posto a ceppi di varie dimensioni.
Nel parco di Bergamann a Welzow in Germania i paesaggisti bgmr e architetti archiscape realizzano lungo la promenade dei binari un percorso naturale tematico con tronchi interi di varie dimensioni stabilizzati con una cornice di acciaio e appoggiati su traversine.
Lo studio di architettura giappo-tedesco Kawahara Krause progetta una piccola cappella nella foresta di Leonberg, nel Baden-Württemberg. La stanza aperta ha le due pareti chiuse da ciocchi triangolari accatastati, non ha pavimento e poggia direttamente sull’erba.