- scritto da Mariangela Martellotta
- categoria Curiosità ecosostenibili
Dal cordolo al marciapiede, un'evoluzione che rivoluzionò l’ambiente urbano
All'importanza di alcuni componenti e dettagli architettonici non sempre si presta attenzione. È il caso del marciapiede, e in particolare dell'elemento chiave da cui ha avuto origine, il cordolo perimetrale, con cui entriamo in contatto quotidianamente e che hanno un'origine inaspettata.
Significato ed etimologia della parola cordolo
Di significato per la parola “cordolo” ve n’è più di uno, ma in sostanza tutti racchiudono lo stesso principio, e cioè il fatto di “raccordare” degli elementi. In particolare il cordolo stradale è quell’elemento longitudinale che delimita aree distinte come aiuole o marciapiedi, anche nel caso di bordi di contenimento per aree poste a quota diversa; tipicamente è in pietra o cemento, e per lo più in elementi prefabbricati per quanto riguarda le realizzazioni di epoca moderna.
La storia di marciapiedi e cordoli
Le strade urbane fino al ‘700
Prima della nascita del marciapiede le strade, sia di città che di campagna, erano realizzate con un sistema costruttivo ereditato dai romani detto “a schiena d’asino”, cioè caratterizzate da una sezione trasversale con pendenze degradanti dal centro verso le estremità, lungo le quali erano poi ricavate delle cunette per far sì che l’acqua piovana e lo sporco scivolassero naturalmente verso l’esterno, accumulandosi sui lati.
Ma nel ‘700 – periodo della Rivoluzione Industriale – quando le strade urbane erano soggette perlopiù al traffico di carrozze e altri mezzi, lo sporco che si accumulava sul manto stradale e dilavato durante le piogge si accumulava ai lati della strada stessa dove ristagnava, creando disagi ambientali.
I danni ambientali causati dall’insalubrità delle strade
Le città, assieme alle reti viarie, crescevano nel quadro dell’evoluzione dei paesi industrializzati ma la mancanza di reti fognarie fecero sì che le strade si trasformassero in poco tempo in vere e proprie discariche a cielo aperto principalmente di rifiuti biologici che provocavano, oltre a esalazioni maleodoranti, anche gravi scariche batteriche, causa del propagarsi di epidemie e infezioni.
Alle prime piogge i microbi e lo sporco erano dilavati, formalmente, ma venivano comunque accumulati a poca distanza dalla sede stradale (a volte penetravano addirittura all’interno delle abitazioni poste al pian terreno, allo stesso livello della strada) e continuavano il loro danno.
Sono note, nei paesi industrializzati, epidemie scaturite tra il ‘700 e la prima metà dell’800, a causa della scarsa igiene urbana.
Occorreva pensare a un rimedio per rendere più igienici gli ambienti urbani considerando la crescita demografica in atto.
L’idea di un sistema per convogliare i rifiuti lontani dalle abitazioni
Il marciapiede così come lo conosciamo oggi – un gradino continuo rialzato rispetto al piano di calpestio della strada carrabile – secondo alcune fonti informative nacque negli Stati Uniti,secondo altre nacque in Inghilterra, ma in ogni caso la sua origine risale ai tempi della Rivoluzione Industriale.
Esso ha origine dall'esigenza di fare pulizia nelle città dove l’accumulo di rifiuti lungo le strade (oltre a quelli urani in genere e industriali) era diventato ingestibile.
Il primo marciapiede era un po’ diverso da quello moderno e l’elemento fondamentale per la funzione che avrebbe assolto fu il cordolo: in pietra, molto alto rispetto al piano di calpestio dei pedoni, e con una doppia funzione che era sia di allontanare i rifiuti dagli edifici convogliandoli insieme alle acque meteoriche parallelamente alla sede stradale, sia di proteggere i pedoni dal contatto con le acque luride, oltre che di proteggerli da eventuali investimenti da parte dei veicoli su ruote che percorrevano le strade.
I vantaggi della cordonatura stradale prima della dotazione delle reti fognarie urbane
La cordonatura stradale non fu la soluzione definitiva per la salubrità delle città ma fu il primo passo verso la civilizzazione del moderno ambiente urbano. Si dovette attendere la realizzazione dei sistemi fognari per avere un radicale miglioramento delle condizioni igieniche delle città, ma i cordoli furono un segnale, un primo approccio mirato a eliminare un problema annoso fino ad allora lasciato in sospeso.
I marciapiedi dopo la dotazione delle reti fognarie nelle città
La tecnica di rialzare la sezione del passaggio destinato ai pedoni continuò nel tempo e coinvolse anche l’Italia, soprattutto dopo la seconda metà dell’800 quando le condotte fognarie vennero integrate al di sotto delle sedi stradali.
Durante numerosi lavori nel sottosuolo eseguiti nella città di Milano, in un periodo datato tra il 1897 e 1907, sono stati rinvenute testimonianze che attestano che le strade milanesi erano provviste di marciapiedi rialzati sotto i quali si trovavano condotte di scarico per le acque meteoriche che a loro volta scaricavano nella fogna centrale (il pavimento dei marciapiedi di allora era costituito da lastre di arenaria simile alla pietra di Sarnico così come i cordoli perimetrali).
Come testimoniava un manuale dell’ingegnere civile datato 1840:
"le strade hanno forma di una culla colla concavità nel mezzo oppure di doppia culla quando lo permette l’ampiezza, con colmo ad arco nel mezzo, e due ali laterali pendenti verso di essa; e costano di tre parti diverse fra loro nel modo di costruire:
• marciapiedi aderenti alle case costruiti in granito
• ali e colmo in selciato
• trottatoi o guide nel mezzo, consistenti in due zone parallele pure di granito che racchiudono una lista ancora di selciato.”
La tecnica di rialzare le sezioni laterali della strada divenne di uso comune e, sebbene evolutasi per consentire il passaggio delle condotte fognarie lateralmente alla sede stradale principale, col tempo, fu utilizzata anche per altri scopi, finanche per finalità estetiche legate al paesaggio urbano.
«Nel 1866, in seguito all’apertura al pubblico della prima Stazione Centrale, per provvedere ad una rapida comunicazione fra questa e l’interno della città venne aperta la via Principe Umberto (l’attuale via Turati). La nuova strada fu costruita con carreggiata convessa, col fondo in ghiaia dell’Adda, compressa mediante un rullo di granito, e marciapiedi rialzati realizzati in granito. In seguito però delle lagnanze dei milanesi per la polvere e il fango, dovuti a questo tipo di pavimento, nel 1870 venne ripristinata la solita pavimentazione in acciottolato e trottatoi, sopprimendo anche il rialzo dei marciapiedi, ma la sezione stradale convessa e la presenza dei marciapiedi rialzati sarebbero col tempo divenuti comuni. […]» (fonte “Le strade di Milano” – di Gian Luca Lapini)
Col tempo le cordonature laterali a protezione dei pedoni e i marciapiedi sono divenuti una necessità nelle strade carrabili, tanto che oggi non se ne potrebbe fare a meno, a scapito della sicurezza stradale. Per quanto riguarda l'igiene pubblica, il problema dello smaltimento delle acque meteoriche - là dove presente la fogna bianca - ha consentito di realizzare anche soluzioni a raso dei percorsi pedonali ma in gran parte dei centri storici avere un piano stradale unico è un problema che affligge i pedoni non poco, soprattutto durante le forti piogge.