- scritto da Serena Bartalucci
- categoria Curiosità ecosostenibili
Agricoltura biodinamica e paesaggio: Podolinsky in Italia
Alex Podolinsky, il maggior esperto vivente di biodinamica, prosegue con grande successo il suo tour in Italia. La biodinamica è un tipo di agricoltura che apporta un valore aggiunto al terreno non solo dal punto di vista agronomico ma anche per benefici idrogeologici e paesaggistici. Per questo può rappresentare
un valido aiuto per i territori colpiti da dissesti idrogeologici e può inoltre essere un importante strumento di crescita e sviluppo soprattutto in paesi del Mediterraneo, esposti a processi di erosione e desertificazione. Secondo i dati divulgati delle associazioni biodinamiche, infatti, questo metodo permette di migliorare la tenuta e le capacità produttive della terra, principio particolarmente utile in quei contesti, dove la necessità di coltivare si accompagna all’impossibilità di investire in concimi chimici.
Da tutta Italia e da varie parti d’Europa arrivano persone a riempire le sale delle conferenze di Alex Podolinsky, guru ottantacinquenne della biodinamica, che quando sale sul palco sembra riacquistare la giovinezza e parla con forza ed energia contagiose delle sue teorie e dei risultati che negli anni ha ottenuto e che lo hanno spinto prima a fondare la Biodynamic Agricultural Association of Australia (BDAAA) poi il Biodynamic Research Institute con cui ha registrato il marchio Demeter Australia, oltre a girare l’Europa ed il mondo per diffondere la cultura biodinamica.
Alex parla dal palco mostrando l’humus che egli stesso produce (si è portato dietro dei campioni dall’Australia) e mostrando i suoi disegni e i suoi prototipi di forme significative: l’eterno movimento in opposizione alla staticità; questo è il fulcro attorno a cui ruota la sua lunga esperienza. L’humus rappresenta l’elemento fondamentale per una sana crescita delle piante che in condizioni ottimali sono meno esposte agli attacchi di agenti esterni. Il terreno biodinamico resiste meglio alla siccità in quanto l’humus trattiene l’umidità e di fronte ad allagamenti riesce meglio ad assorbire e drenare la quantità in eccesso di acqua.
Assorte platee di agronomi, agricoltori, architetti e tecnici dell’ecosostenibilità, ma anche persone semplicemente attratte da un modo di vivere in sintonia con la natura, lo ascoltano raccontare le sue esperienze di quando era un giovane russo studente di filosofia e di psicologia nelle migliori Università europee; di quando è emigrato in Australia e per vivere partecipava a concorsi di architettura (vincendoli) e di quando poi, si è dedicato anima e corpo alla terra e all’agricoltura. Da giovane, infatti, egli si era avvicinato agli insegnamenti ed alla visione spirituale del mondo elaborata dal filosofo Rudolph Steiner, apprendendoli dai suoi collaboratori. Steiner, nell’ultima parte della sua vita si era occupato anche di agricoltura tenendo alcune lezioni, trasferendo nel settore agricolo la concezione antroposofica dell’universo da lui stesso elaborata e gettando le basi teoriche dell’agricoltura “biologica–dinamica” comunemente chiamata biodinamica: un tipo di agricoltura basato sul concetto di cooperazione tra terra e uomo che deve svolgersi seguendo gli equilibri e le relazioni tra le componenti presenti in natura.
Alex aveva raccolto la sfida di rendere il metodo biodinamico e le teorie steineriane accessibili a tutti gli agricoltori. Applicando e affinando questo metodo nella sua azienda, e lavorando a stretto contatto con molti altri agricoltori è riuscito a portare gli insegnamenti di Steiner a un livello più pratico, supportando le sue puntuali osservazioni con una chiara e consapevole metodicità di spiegazione e comprensione.
Lo scopo principale di ogni sua attività era di rendere il metodo biodinamico praticabile in qualsiasi tipo di terreno, con qualsivoglia tipologia di coltura, anche in condizioni di agricoltura estensiva.
Durante i suoi viaggi in Australia, Europa, Asia, Alex Podolinsky sistematicamente si confronta con terreni agricoli impoveriti e compattati, privi di sostanza organica e humus. Il metodo agricolo biodinamico sviluppato in Australia permette un rapido recupero della struttura del terreno e della sua vitalità. L’attenzione principale della biodinamica è verso la fertilità della terra, al fine di renderla più ricettiva sia dei minerali sia degli influssi astrali. Tutto ciò è ottenuto attraverso un continuo lavoro per il recupero della sostanza organica. Il metodo si basa sull’uso di preparati naturali opportunamente dinamizzati e spruzzati sul terreno, sull’uso di macchine agricole che non compattino il terreno, sulla pratica dei sovesci e sulla presenza di bestiame nell’azienda agricola con particolare attenzione alla funzione della mucca.
Attualmente in Australia si coltivano più di tre milioni di ettari col metodo biodinamico, producendo quasi tutti i tipi di prodotti agricoli.
Il giro di conferenze sul tema “Fertilità della Terra–Produzione Agricola–Alimentazione–Salute”, promosso da Slow Food Italia e Anagrbios, Associazione Nazionale dell’Agricoltura Biologica Coldiretti, in collaborazione con Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Associazione Agricoltura Vivente, Centro Luigi Forenza – Onlus, è iniziato a Pollenzo in Piemonte (20 maggio), ed ha attraversato l’Italia passando dal Parco della Chiusa a Casalecchio di Reno (24 maggio) fino ad arrivare nel Metaponto (30 maggio) e a Cutro (Crotone) (4 giugno).
Il tour proseguirà nelle Facoltà di Agraria di Potenza e Bari (9 e 10 giugno) e dopo una lezione pratica presso l’ARSIAL del Lazio (14 giugno), la tappa finale sarà a Roma il 21 giugno in Campidoglio (Sala Gonzaga), con il patrocinio della Presidenza della Regione Lazio e del Sindaco di Roma.
Foto | Eticavitis