- scritto da Francesca Latini
- categoria Progetti
Il ponte sul cielo: terrazza panoramica a Pizzoferrato
Pizzoferrato, un borgo italiano nella provincia di Chieti in Abruzzo, è uno di quei luoghi speciali che rappresentano la ricchezza e la bellezza del territorio italiano, fatto anche da bellissimi borghi come questo, che purtroppo rischiano sempre più l’abbandono. Il suo centro storico, caratterizzato da viuzze e un piccolo agglomerato urbano su cui si erge il monte Pizzo, si affaccia sulla Valle del fiume Sangro. Da qui l’idea di LAP Laboratorio di Architettura Partecipata, del "Ponte sul Cielo", una terrazza panoramica tra mari e monti volta a valorizzare i punti di forza del territorio.
Il progetto del Ponte sul cielo è stato ideato da LAP Laboratorio di Architettura Partecipata, studio fondato a L’Aquila nel 2015 da un gruppo di giovani progettisti, di promuovere un cambiamento per incentivare un turismo attrattivo. Tutti i progetti dello studio sono caratterizzati dalla volontà di restituire al territorio la sua naturale bellezza e vitalità. Il loro lavoro si fonda sul coinvolgimento attivo delle comunità locali attraverso lo strumento dell’architettura partecipata, lavorando sul paesaggio nel rispetto del territorio, ogni progetto è il frutto delle idee, dei desideri e delle necessità di chi lo vive.
Il progetto del Ponte sul Cielo
Il Ponte sul cielo nascerà a Pizzoferrato che vanta infatti una bellissima vista panoramica su alcune delle bellezze naturali di Italia dal Gran Sasso all’Adriatico, dalle Tremiti al Velino, dalle Mainarde alle Pianure Molisane. A seguito del processo di partecipazione della sua comunità, viene ripensato come il Borgo del Volo, non a caso, Gabriele D’Annunzio definì Pizzoferrato “la terrazza d’Abruzzo”.
“Il progetto nasce dalla volontà di intercettare la richiesta di un turismo attrattivo attraverso un approccio non solo estetico ma esperienziale. Un’architettura nuova per luoghi antichi che introduca contemporaneità, attrattività e bellezza.”
Ispirandosi alle forme naturali delle ali di una libellula, le due terrazze saranno sospese sulla cima del monte Pizzo, una grande rupe calcarea che si erge sul piccolo borgo. Pensate con materiali locali e richiamando forme naturali, le terrazze si inseriscono perfettamente nel territorio naturale, diventano una naturale prosecuzione dello stesso. Il punto panoramico mira ad attrarre viaggiatori curiosi ed escursionisti che vorranno provare l’ebrezza di ammirare un paesaggio mozzafiato, come se fossero sospesi nell’aria.
Ci si ritroverà così totalmente immersi dalla natura e dalla sua bellezza, il cielo sopra la testa e la maestosità delle montagne tutto intorno, con un panorama ricoperto da boschi di faggio, querce ed abeti. A tal fine la trasparenza del piano di calpestio vuole enfatizzare la sensazione di sospensione nel vuoto e in corrispondenza di questo il parapetto passa dalla pietra al ferro per conferire leggerezza, ispirandosi al pattern delle ali della libellula, il parapetto si basa sulla tassellatura di Voronoi.
“L’alternanza tra tradizione e contemporaneo, tra opaco e trasparente, tra massa e leggerezza, tra ordine e sregolatezza, porta con sé l’eco della tensione tra ragione ed emozione che avvertiamo dentro di noi e che Ponte sul Cielo donerà ad ogni visitatore.”
Promuovere il cambiamento tramite l'architettura partecipata
Il progetto del Ponte sul Cielo è molto significativo dal punto di vista sociale, anzitutto per il coinvolgimento diretto degli abitanti, sia adulti che bambini, nella fase di brainstorming. Grazie all’architettura partecipata vengono raccolte tutte le considerazioni e le idee di chi vive ogni giorno questi posti, cercando di capire i punti di forza e le carenze del territorio, è possibile arrivare a concepire un progetto che sia frutto di un lavoro comune. Rappresenterà in futuro un punto attrattivo per il turismo esperienziale, portando nel piccolo borgo italiano un’architettura nuova che introdurrà contemporaneità e attrattività.
La partecipazione in architettura è una strategia molto interessante soprattutto per progetti come questo dal grande valore sociale.
Nei due video che seguono si racconta l'inizio dell'avventura di progettazione partecipata con Studio LAP
I progettisti del Ponte sul Cielo spiegano che
“L’obiettivo è fare in modo che gli interventi sul territorio non siano percepiti come top-down ma risultino connessi alle esigenze e ai desideri delle comunità coinvolte, interpretando un bisogno condiviso. Il modello si compone di tre momenti principali. In una fase immateriale, in cui l’edificio non c’è ancora, si costruisce una narrazione e si crea un legame affettivo con il paesaggio. Un approccio che inizia dalle persone, dai bambini agli anziani, al centro dell’interesse poste nella condizione di formulare un pensiero critico e approfondire il loro legame con il luogo che abitano e la comunità a cui appartengono. Segue l’elaborazione del progetto che progredisce attraverso costanti incontri di aggiornamento con gli amministratori locali e i cittadini. Si conclude con un momento celebrativo dello stesso, in cui ognuno si sente “architetto” dello stesso e parte integrante di una comunità che lo accoglie. Crediamo che in questo modo l’architettura potrà diventare davvero di tutti. Siamo sicuri che un progetto nato dal basso non potrà che costituirsi come il seme di un nuovo spirito identitario per la comunità.”