- scritto da Luca Leonardo Preziosa
- categoria Progetti
Swale: la foresta galleggiante che sfida New York City
Si chiama Swale (termine inglese per descrivere una depressione naturale del terreno) il progetto realizzato dall’artista americana Mary Mattingly a New York, per invitare la città a riflettere sull'utilizzo del suolo pubblico. Si tratta di una piattaforma galleggiante di 40 x 12 metri ricavata riutilizzando una vecchia chiatta destinata al trasporto della sabbia ai cantieri edili ed ora trasformata in una vera e propria foresta, ricca di alberi da frutto, arbusti ed erbe. Tutte le specie sono native e perenni e la loro coltivazione si basa sui principi di permacultura ed “edible forestry” (silvicoltura commestibile) una disciplina che si propone di applicare i concetti dell’ecologia alla scala domestica, mimando il funzionamento degli ecosistemi silvestri per produrre cibo, fertilizzanti, farmaci, tessuti e combustibili nel nostro giardino di casa.
Swale, realizzata nel 2016 è una foresta galleggiante completamente alimentata da pannelli solari e ricicla la propria acqua grazie a un sistema di pompe e filtri di sabbia. Inoltre raccoglie l'acqua piovana e può desalinizzare e purificare l'acqua salmastra del fiume, in caso di necessità.
Mary ha concepito la sua creazione come una piattaforma itinerante in grado di viaggiare lungo il fiume Hudson e di attraccare in vari punti di New York City, servendo diverse comunità e invitando i cittadini a salire a bordo a raccogliere ed assaggiare i prodotti di Swale…il tutto gratuitamente! Swale richiama l’attenzione del pubblico sull’uso collettivo della terra e delle vie navigabili attraverso tour informativi, eventi, visite scolastiche e workshop di permacultura, filtrazione dell’acqua, compostaggio e piante medicinali. Swale attualmente lavora con il Ministero delle politiche giovanili per gestire corsi di formazione pubblica gratuita, fornendo allo stesso tempo opportunità di sviluppo professionale per i giovani del South Bronx.
Alcuni lettori potranno non essere impressionati da questo modello, ma quella che a prima vista può sembrare un’idea alquanto ordinaria è una vera è propria rivoluzione per la città di New York, e non solo.
Lo scenario “distopico” di New York City
Nonostante New York City possieda circa 120 milioni di metri quadrati di parchi pubblici, un’ordinanza cittadina del Dipartimento dei Parchi proibisce sia la coltivazione che la raccolta di cibo al fine di evitare danni al paesaggio o di causare problemi sanitari ai consumatori, nel caso di contaminazione del suolo. Per quanto le ragioni dell’ordinanza possano essere discutibili, di fatto la legge fa si che gran parte della superficie pubblica della città non possa essere utilizzata per la coltivazione.
Di conseguenza la maggior parte del cibo che viene consumato a New York è importato, con conseguenze importanti sulla qualità e la accessibilità dei prodotti. Sul suolo americano, dove l’accesso a servizi o beni pubblici è spesso ostacolato o limitato da leggi improbabili o dalla struttura stessa delle città, si sono formati con gli anni dei veri e propri “Food deserts” (deserti alimentari). Queste sono delle aree geografiche ove l’accesso da parte dei residenti a prodotti alimentari salutari ed economici è ristretto o non esistente, a causa della totale mancanza di negozi in un raggio di distanza considerato conveniente.
New York City rappresenta un buon quadro della problematica: circa 750.000 residenti vivono nei “Food deserts”, mentre circa 3 milioni vivono in luoghi dove i negozi che vendono prodotti freschi sono pochi o lontani. Molti supermercati hanno chiuso negli ultimi anni a causa dell'aumento degli affitti e della contrazione dei margini di profitto, e questo ha avuto conseguenze disastrose sulla popolazione, specialmente sulle fasce a reddito più basso.
In uno scenario che Mary Mattingly definisce “distopico”, la foresta galleggiante Swale apre una strada nuova, mai considerata, sfruttando un vuoto legislativo. Non vi è alcuna legge a New York che proibisce di coltivare sull’acqua…perché nessuno mai prima d’ora ci aveva pensato! Swale è una provocazione, rappresenta la prova che il cibo può essere coltivato sul suolo urbano in maniera sicura e produttiva.
Swale: provocazione artistica o soluzione duratura?
Ad un livello più profondo Swale e la sua creatrice ci invitano a rivalutare il rapporto tra società e alimentazione: che ruolo diamo al suolo pubblico urbano? Possono luoghi come Swale essere disponibili per tutti ? Può il nostro sistema di produzione e distribuzione alimentare essere differente? E se si, come?
E infine: è possibile considerare il cibo come un bene pubblico e un diritto umano fondamentale, al pari dell’acqua?
Mary crede di si, ed è per questo che sta ora collaborando con il Dipartimento Parchi per aprire il primo giardino commestibile in un parco pubblico nel Bronx (uno dei più grandi Food desert della città) a pochi metri da dove Swale è attualmente attraccato. L'artista spera anche che il Dipartimento in futuro prenda il controllo di Swale, come servizio pubblico, e che lo mantenga ancorato nel Bronx in modo permanente. In questo modo l’artista potrà realizzare una seconda chiatta, raddoppiando l'area agricola galleggiante della città.
Sebbene l’idea possa stimolare visioni urbane intriganti, in cui un’agricoltura urbana galleggiante diffusa possa farsi promotrice del vivere sostenibile, creare interessanti e futuristici riverfronts e migliorare la qualità della vita, Swale non si propone come soluzione alternativa all’attuale sistema alimentare. O quanto meno non si propone come unica soluzione. La forza di provocazioni artistiche del calibro di questa foresta galleggiante risiede proprio nella capacità di stimolare l’immaginario collettivo e creare nuovi modelli di vita sostenibile.
Come ha affermato l’artista: “Etichettarlo come un progetto artistico offre più margine di manovra per attuare le ambizioni di Swale piuttosto che se fosse stata definita come iniziativa di agricoltura urbana. Penso che sia importante, una via di mezzo tra la politica e qualcosa di più sperimentale e serve a mostrare come l’uno può aiutare l’altro".
In futuro per affrontare tematiche fondamentali come la scarsità di cibo o i cambiamenti climatici serviranno di certo politiche efficienti e progressi tecnologici, ma serviranno soprattutto visioni audaci in grado di ispirare e coinvolgere la gente comune. Vista attraverso questa lente Swale non è una semplice provocazione artistica, ne una soluzione ordinaria.