- scritto da Giovanna Barbaro
- categoria Progetti
Nuova sinagoga di Sydney: un santuario inclusivo e sostenibile
Inaugurata lo scorso 14 maggio a Sydney, in Australia, la Emanuel Synagogue’s è un modello progressista interessante per la progettazione di luoghi di culto che siano spazi inclusivi e sostenibili. Le informazioni ci arrivano direttamente dalla responsabile delle relazioni pubbliche internazionali dello studio del progettista Ed Lippmann, l’architetta spagnola Sonia Blasco.
Osservando le immagini degli interni nella nuova sinagoga di Sidney appare evidente, ai cultori della religione ebraica, l’assenza di un elemento architettonico tradizionale: il matroneo. Si tratta di un corridoio collocato in un livello superiore e separato visivamente dalla sala destinata solo ai fedeli di sesso maschile. La separazione tra i sessi, nelle antiche sinagoghe, venne ereditata anche nelle successive chiese cristiane, dove però la sua funzione cadde in disuso relativamente presto. La discriminazione ancora oggi in molte sinagoghe è praticata addirittura tra madre e bimbo sin dalla sua tenera età, se di sesso maschile.
La sinagoga di Emanuel, premiata con il Sydney design awards rompe così non solo con la tipologia tradizionale ma anche con il dogma ebraico secolare maschilista poiché il 50% dei rabini della comunità è di sesso femminile e diventa un modello di santuario inclusivo.
Abbiamo dunque il piacere di condividere con voi questo straordinario luogo di preghiera raccontato direttamente con le parole del progettista australiano, tradotto e adattato dall’inglese per i nostri lettori.
Il contesto storico della nuova sinagoga di Sydney
La nuova sinagoga di Emanuel, a Sydney, sorge in un complesso di edifici articolato e modernista: la sinagoga di Samuel Lipson -oggi patrimonio storico nazionale- completata nel 1941 con capacità per 1200 fedeli e un secondo santuario progettato da Aaron Bolot, completato nel 1960 con capacità di 250 posti a sedere.
Il nuovo edificio s'inserisce rispettando le funzioni dei vicini edifici più vecchi, tuttavia esprime liberamente la sua esuberanza di geometrie e di cromie. I vecchi santuari sono costruiti in muratura, mentre la struttura del nuovo padiglione è costruita in acciaio, vetro e compensato. Il colore sorprendente della nuova struttura richiama la muratura in cotto tipica degli edifici del complesso.
La struttura del nuovo tempio è realizzata in calcestruzzo, acciaio e vetro; riflette i valori della sua comunità locale contemporanea. Secondo Lippmann "Il colore della nuova struttura riprende la muratura in cotto tipica in tutto il campus, mentre l'uso estensivo del vetro crea una trasparenza che è intrinseca all'etica di questa comunità".
L'orientamento e le dimensioni del nuovo santuario rispettano le antiche referenze bibliche, ma sono reinterpretate in chiave contemporanea. Gli arredi sono realizzati su misura: la scrivania del lettore e l'arca sono realizzate con impiallacciature di legno di acacia. La geometria dei triangoli e i motivi della stella di David sono richiamati nelle geometrie romboidali della sala. Lo schermo di vetro occidentale, che fornisce la privacy dai vicini del rione, è una rappresentazione della "separazione dei mari", mentre la parete di vetro settentrionale rappresenta "le sette specie". Queste opere narrano la salvezza dalla schiavitù e della redenzione nella terra promessa al popolo ebraico.
La funzione della nuova sinagoga di Sidney è innovativa poiché concepita sia come un centro culturale, capace di accogliere con la massima flessibilità e sia come luogo di preghiera per 260 persone. La sua flessibilità funzionale si deve ad un muro divisorio mobile, il quale viene aperto per includere altri 400 fedeli. Il centro culturale è adattato per ospitare concerti, spettacoli e film.
Al livello inferiore della sinagoga si trova una scuola materna integrata da spazi all'aperto per lo svolgimento di attività ricreative e didattiche per 60 bambini.
Il visitatore, entrando nel santuario, sperimenta per prima cosa la trasparenza della sua struttura, la quale lo pone virtualmente in continuità con l'ambiente esterno e una calda luce filtrata dalle vetrate colorate all’interno. La copertura del padiglione è veramente singolare: modella ingegnosamente lo spazio interno diventando più basso e più intimo verso la parte posteriore, mentre più alto e più impressionante verso la parte anteriore e guida l'attenzione verso l'arca e la scrivania del lettore. La struttura triangolare del soffitto richiama gli elementi geometrici della stella di David. Opere d'arte su pareti vetrate raccontano la storia del popolo ebraico in chiave contemporanea. Secondo il Lippmann "La spiritualità dello spazio è incorporata nel DNA dell'edificio", attraverso una sapiente integrazione di opere d'arte, materiali e struttura.
La sinagoga modernista rimane la principale entrata cerimoniale nel campus. Estendendosi dall'estremità meridionale del vecchio foyer, una nuova parete di vetro e un ascensore invitano l'accesso alla nuova ala. La luce naturale e le viste su un giardino paesaggistico sono gli elementi caratterizzanti del nuovo progetto che include la scuola materna al piano terra. La scuola materna si estende alle aree di gioco all'aperto formando un pergolato ombreggiato che offre l'accesso allo spazio ricreativo paesaggistico all'aperto. Salendo dal vecchio foyer, si raggiunge il nuovo Santuario sopraelevato passando per la prima volta la Kiddush Court, una sorta di stanza all'aperto cui funzione è di mediare tra la vecchia e le nuove sinagoghe e di uno spazio in cui le persone possano radunarsi e celebrare le feste religiose. Il cortile è protetto dalla pioggia da una struttura in acciaio a maglia romboidale (diagrid, n.d.t.) rivestita in lastre di vetro. La corte è delimitata dalla facciata della vecchia sinagoga, incluso il tessuto storico e il nuovo edificio del santuario. All'interno di questo nuovo cortile, i vecchi e nuovi edifici dialogano tra loro salvaguardando nel contempo le loro identità.
Criteri di sostenibilità della Sinagoga di Emanuel
I criteri di sostenibilità nella progettazione si evidenziano nella scelta dell’impianto per la captazione e il riciclaggio dell'acqua, del sistema di ventilazione e illuminazione naturale nonché dell'uso di materiali riciclabili. In un progetto sostenibile, la gestione della luce naturale e della ventilazione sono fondamentali, perché se sfruttati al massimo possono ridurre al minimo, come in questo caso, l’integrazione di sistemi artificiali. Nella Sinagoga di Sidney sono installati impianti poco energivori come l’illuminazione a led e la ventilazione meccanica forzata per offrire i massimi livelli di comfort e di estetica al bisogno.
Anche il disegno della copertura nel clima soleggiato di Sydney è pensato, con delle sporgenze, per ombreggiare la sala vetrata e quindi per limitare l’effetto serra durante tutto l’anno. Le ampie campiture colorate delle vetrate smorzano ulteriormente la luce eliminando il bagliore all'interno. Si tratta di un sistema per il controllo solare realizzato in chiave moderna; anticamente era ottenuto grazie a dei tendaggi realizzati in tessuto di lana di capra. Simbolicamente nell'Antico Testamento l'Universo veniva rappresentato con due teli di materiale similare per filtrare i raggi di luce provenienti dalle stelle. Anche la tenda nera è uno schermo ingegnoso, la cui funzione è straordinariamente adattabile alle esigenze funzionali. Altri accorgimenti di sostenibilità si trovano nella concezione del tetto e pareti: si adattano rapidamente al vento e ai cambiamenti del tempo.
Il sistema di condizionamento VRV
La nuova Sinagoga di Emanuel -prendendo lezioni dal passato- sfrutta la ventilazione naturale per ridurre il consumo già basso di energia degli impianti di condizionamento dell’aria di tipo VRV (Variable Refrigerant Volume, n.d.t.). Quest’ultimo è un moderno sistema di climatizzazione che garantisce la permanenza, durante tutto l’anno, della temperatura interna entro un intervallo tra i 21 e i 24 °C.
Il termine VRV sta per sistema di climatizzazione (invernale ed estiva) e la variabilità si riferisce al volume del gas refrigerante. Il sistema VRV è efficiente, poiché utilizza pochissima energia ed è altamente flessibile in base alle necessità del momento. Il suo funzionamento è anche molto silenzioso e fornisce all'utente il pieno controllo delle temperature ambientali in modo intelligente.
Rispetto ai sistemi HVAC tradizionali, limitati a un'unità di condensazione, un compressore e un evaporatore, il sistema VRV può essere progettato per soddisfare le esigenze specifiche di uno spazio o di un edificio. Una sua unità di condensazione può essere collegata a più ventilconvettori o evaporatori, ciascuno dei quali è controllato individualmente. Ricordiamo che il sistema HVAC tradizionale inizia ad attivarsi solo quando le condizioni sono estreme: ovvero, quando una stanza è troppo calda o troppo fredda; il sistema VRV regola, invece, costantemente la quantità di refrigerante che viene inviata a ogni unità di ventilazione e sfrutta gli apporti gratuiti esistenti all’interno dell’edificio: il calore o l'aria fredda. Il sistema, a diverse velocità, funziona solo quando è necessario mantenere i parametri di comfort ambientale prefissati in ciascuna area. Il vano tecnico, dove sono alloggiati i condensatori dell’impianto VRV, è densamente isolato (termicamente e acusticamente) e si trova al piano terra sul retro della scuola materna ed è collegato a 12 unità di ventilconvettori ospitate nelle due paratie laterali del santuario, mediante tubazioni di condensazione. Altre 4 unità di fan coil condizionano separatamente la scuola materna.
Il piano superiore del santuario si Sidney è costituito da 2 spazi interconnessi, cioè separati da una parete divisoria scorrevole (operable wall, n.d.t). L’impianto è pensato per climatizzare questi due spazi indipendentemente uno dall’altro e sia l'intera area come se fosse un unico spazio. Il sistema VRV può riscaldare, o raffreddare, contemporaneamente diverse zone all'interno di ogni spazio senza influire sui parametri ambientali che invece desideriamo mantenere.
Le prestazioni acustiche della sinagoga
La prestazione acustica è stata un'altra considerazione progettuale importante. Il progettista ha desiderato creare un ambiente silenzioso in cui non ci fosse rumore percettibile quando i ventilconvettori erogassero aria a pieno carico. Le ventole stesse sono avvolte in una fitta giacca acustica all'interno della paratia e sono stati specificati diffusori per ugelli a getto regolabile in grado di lanciare aria a 20 metri attraverso il santuario, operando attraverso un plenum che riduce il fischio del vento. In realtà il santuario è progettato per essere naturalmente ventilato e quindi il comfort indoor non dipende dall'impianto d’aria condizionata, il quale serve a potenziare i casi estremi eccezionali. Un pannello apposito, collocato ad un’altezza sopra la porta d’ingresso, nasconde lungo tutto il perimetro la canalizzazione dell’impianto di condizionamento e separa le pareti di vetro dal punto culminante superiore. La luce è l’elemento fondamentale per creare un’adeguata atmosfera ovunque. Due lucernari nel soffitto ammettono la luce del nord direttamente sopra la testa dei fedeli.
Il committente
Nel 2011 il Consiglio della Sinagoga di Emanuel ha deciso di costruire un terzo santuario per 700 fedeli e una scuola materna per 60 bambini nell'ala sud del campus esistente. La Comunità che ha commissionato la Sinagoga di Emanuel è tra le più progressiste poichè che impulsa la riforma sociale e religiosa del Ventunesimo secolo. Ha sostenuto il ruolo paritario delle donne, della giustizia sociale, dei diritti degli animali e della protezione ambientale. La prima cerimonia di matrimonio religioso tra persone dello stesso sesso in Australia si è svolta in questo nuovo santuario, pochi giorni dopo la sua inaugurazione. Con i suoi 3.500 membri la Comunità ha il più elevato tasso di crescita tra quelle ebraiche dell'emisfero australe.
Il nuovo progetto è stato completamente finanziato dalle donazioni dei membri della Comunità ed ha soddisfatto l’esigenza di dotare il campus di una confortevole sala multifunzionale. Grazie ad una parete mobile, trattata acusticamente, lo spazio interno viene suddiviso in funzione del numero di posti a sedere: da un minimo di 270 per piccole funzioni intime a un massimo di 700. Inoltre, un impianto per il rinforzo audio migliora l'adattabilità dello spazio a seconda delle diverse esigenze.
Scheda riassuntiva del progetto
Committente: Emanuel Synagogue Congregation
Progettista: Ed Lippmann - Lippmann Partnership (LP)
Collaboratori:
Felipe Torres, Project Architect
Tim O’Sullivan, Architect
Simon Lea, Architect
Brad Sorensen, Architect
Vivian Liu, Architect
Fuat Sezgin, Architectural Assistant
Catherine Jia, Architectural Assistant
Superficie: 1,700 mq
Budget: 9M AUD
Luogo: 7 Ocean Street, Woollahra, NSW 2015
Costruttore: Belmadar
Subcontractors: Steel ‐ Apollo Fabrications, Façade ‐ AJ Aluminium e TimbeR ‐ Supawood
Di seguito il contatto diretto per organizzare eventuali visite guidate con l’architetta Blasco, anche in lingua italiana.
Sonia Blasco-Lippmann Partnership
T +61 2 9318 0844
570 Crown Street, Surry Hills NSW 2010
Sydney, Australia
www.lippmann.com.au
- crediti fotografie © Willem Rethmeier