- scritto da Lorenza Bisbano
- categoria Progetti
Bamboo Stalactite: il padiglione in bambù alla Biennale di Venezia
Dopo il successo del padiglione per Expo Milano 2015, lo studio Vo Trong Nghia Architects torna in Italia per rappresentare il Vietnam alla Biennale di Venezia con il nuovo padiglione Bamboo Stalactite costruito utilizzando “l’acciaio verde del XXI secolo”: il bambù.
In copertina: Foto © Inexhibit
“Freespace” è il tema della 16esima edizione della Biennale di Venezia 2018 . Sotto la cura del duo irlandese Grafton Architects, l’edizione 2018 della mostra internazionale concede spazio all’innovazione ed alla sperimentazione su nuovi materiali: gli spazi espositivi veneziani ospitano padiglioni in materiali naturali come bambù e varie essenze di legno declinati con lo scopo di produrre innovazione tecnologica attraverso la sperimentazione.
Freespace secondo Vo Trong Nghia
“Il nostro cliente è la Terra: luce, sole, ombra, la forza di gravità sono gli elementi con cui l’architettura si relaziona. Su queste risorse gratuite e sulle qualità ad esse legate concentreremo la nostra attenzione. Invitiamo tutti i partecipanti a rivelare il proprio freespace, così che insieme si possa mostrare la capacità dell’architettura di collegarsi al tempo, al luogo, alle persone.” Yvonne Farrell e Shelley McNamara titolari dello studio Grafton Architects.
Il bambù è un materiale da costruzione sostenibile, flessibile e resistente e Bamboo Stalactite è dunque il contributo interpretativo di Vo Trong Nghia per il concetto “freespace”. L’architetto titolare dello studio vietnamita ha pensato ad uno spazio comunitario aperto, fruibile e condivisibile in modo equo tra tutti i visitatori della mostra.
Il gruppo Vo Trong Nghia si è confrontato già diverse volte in passato con la progettazione in bambù. In questo articolo abbiamo raccolto alcuni esempi di progetti in bambu di Vo Trong Nghia Architects in Vietnam.
Bamboo Stalactite: il padiglione in bambù alla Biennale di Venezia
Il padiglione progettato per la Biennale di Venezia è una grande tettoia dalla forma che ricorda una serie di stalattiti sospese sulla pavimentazione esterna dell’Arsenale. I visitatori possono camminare sotto la struttura e concedersi una sosta di relax sui divanetti dal colore arancione in contrasto con l’azzurro dell’acqua e del cielo che circondano Bamboo Stalactite.
La struttura pensata per il padiglione vietnamita è coerente con l’interpretazione di “freespace” e dunque con il concetto di semplicità. Vo Trong Nghia ha infatti pensato ad un padiglione dai costi di produzione bassi e di facile realizzazione.
Il materiale utilizzato per la costruzione è stato importato dal Vietnam, paese dove il bambù cresce in abbondanza e fa già parte della tradizione artigiana a costruttiva. La struttura è stata montata in loco in soli 25 giorni grazie alla forza lavoro di 8 artigiani esperti vietnamiti ed il supporto tecnico del team architettonico ed ingegneristico vietnamita ed italiano. Lo studio italiano specializzato in struttura in legno Ergodomus ha curato gli aspetti statici del progetto.
Bamboo Stalactite è alto circa sei metri ed in pianta è inscrivibile in un rettangolo di 14x27 metri. Il bambù è stato lavorato, piegato e legato in loco dalle mani competenti degli artigiani che hanno utilizzato sistemi di legatura tradizionali effettuati con corde e spinotti in bambù per formare 11 moduli indipendenti la cui struttura è formata da due orditure. L’orditura principale prevede una trave realizzata rendendo collaboranti oltre 50 aste in bambù, l’orditura secondaria è composta da una rete di bambù accoppiati.
Ciascuno degli 11 moduli è una struttura indipendente che ha l’unica necessità di essere ancorata al terreno per creare la forma completa del padiglione. L’ancoraggio è avvenuto tramite una serie di colonne formate da fasci di bambù e montate su supporti in cemento ed acciaio.
Bamboo Stalactite dopo la Biennale
Bamboo Stalactite offre l’opportunità di essere facilmente smontato e riassemblato, quindi replicato, non solo in laguna ma anche in altre zone urbane o rurali. La resa estetica del materiale utilizzato offre il vantaggio di creare una connessione armonica tra il costruito e la natura circostante. Il padiglione vitenamita per la Biennale di Venezia, oltre ad essere uno spazio adatto ad un luogo pubblico come una grande piazza di un centro abitato od un parco in una zona fuori dalla città, potrà essere riutilizzato per adattarsi a molteplici contesti diventando, ad esempio, attrazione in un museo o pensilina con funzione ombreggiante e ludica in una scuola o in un centro giovanile.