- scritto da Vanessa Tarquini
- categoria Progetti
AS.IN.O: asilo innovativo con orto
AS.IN.O. è il progetto vincitore del concorso di idee “Scuole innovative” per la città sarda di Selargius; l’acronimo sta per “Asilo innovativo con orto”: una scuola moderna ma ispirata alle tipologie insediative dell’architettura tradizionale locale. I progettisti sono tutti under 35; si tratta dello studio Aut-Aut, già vincitore dell’AWR International Ideas Competition con la scuola materna Nursery Fields Forever a Londra.
Il Concorso “Scuole innovative”
Nel 2015, con la legge 107 “La buona scuola”, vengono stanziati 350 milioni di euro per il rinnovo del patrimonio edilizio scolastico nazionale; a tale scopo, l’anno successivo, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) bandisce un concorso di idee internazionale per la progettazione di 51 scuole in varie regioni di Italia.
Per Selargius, comune di 29 mila abitanti nella città metropolitana di Cagliari, le somme a disposizione ammontano a 1.700.000 euro. Nel documento preliminare alla progettazione (DPP) si evincono chiaramente le esigenze dell’Amministrazione e della Direzione Didattica: il lotto oggetto di intervento, un’area di circa 6650 mq, deve ospitare una nuova scuola dell’infanzia e un giardino botanico a servizio sia dell’asilo che della cittadinanza. L’idea è quella di realizzare una scuola “sana ed accogliente”, “un polo culturale immerso nel verde”.
L'asilo con orto
L’idea progettuale alla base di AS.IN.O., e che è valsa allo studio Aut-Aut il primo premio, scaturisce da un attento studio del contesto in cui il progetto si colloca, a scala locale ma soprattutto urbana. Il progetto rifiuta completamente la “non logica” del tessuto urbano più recente e si rifugia nell’architettura tradizionale locale: la casa a doppia corte tipica del Campidano meridionale.
Quest’ultima era caratterizzata da un corpo di fabbrica opportunamente posizionato all’interno del lotto in modo da ricavare due corti distinte: la prima, pubblica, sulla parte anteriore, verso l’ingresso; la seconda, privata, destinata ad ospitare l’orto. Nel caso della nuova scuola per l’infanzia di Selargius il corpo di fabbrica è costituito dall’asilo vero e proprio, la prima corte coincide con il giardino botanico mentre la seconda corte corrisponde all’orto didattico per i bambini.
Il principio generatore dell’intero sistema compositivo è il recinto; questo avvolge tutto il lotto isolandolo dall’intorno, privo di qualsiasi valenza architettonica. Si tratta di un muro pieno, alto più di 3 metri, la cui continuità si interrompe eccezionalmente con alcuni varchi che consentono l’accesso al giardino botanico e alla scuola di infanzia.
Questo lungo “nastro”, giunto lungo Via della Resistenza, piega in prossimità dell’incrocio con Viale Vienna generando la struttura dell’asilo: l’andamento rettilineo del recinto lascia spazio ad una geometria curvilinea trasformando tale elemento architettonico in “un muro abitato che ospita gli spazi serventi” dell’asilo.
L’arretramento del muro di cinta rispetto al perimetro esterno dell’area di intervento consente di ricavare gli spazi necessari da destinare a parcheggio; l’accesso all’asilo avviene tramite una piazza protetta ma pubblica, attrezzata con delle sedute e sempre accessibile.
Il programma funzionale
La nuova scuola di infanzia deve accogliere un totale di 140 alunni di età compresa tra i 3 ed i 6 anni, suddivisi in 5 sezioni, per un numero massimo pari a 28 alunni per sezione. Nel pieno rispetto del programma funzionale riportato nel DPP, il progetto di AS.IN.O. prevede: un’aula per ogni sezione più una sesta definita “di rotazione e potenziamento”; sala docenti e sala collaboratori, ciascuna con i relativi servizi; sala mensa con area cucina e altri spazi serventi; aree attrezzate per attività sportive e didattiche all’aperto; il giardino botanico.
Il cuore dell’intero edificio è l’agorà, un ambiente dinamico e flessibile che consente di mantenere una costante continuità visiva tra esterno ed interno. Racchiuso tra la geometria curva del “muro abitato” e l’ampia vetrata che affaccia sul giardino botanico, tale spazio si configura come filtro ma anche come luogo di scambio ed interazione sociale. La conformazione planimetrica e la notevoli dimensioni offrono spazialità diverse, adatte sia ad attività di gruppo che allo sviluppo di relazioni individuali. L’Agorà è inoltre posta in continuità con la sala mensa che, in caso di particolari esigenze, può diventare uno spazio collettivo polifunzionale. Tale spazio polivalente consente inoltre l’accesso agli atelier, ovvero le cinque aule laboratorio e l’aula di rotazione. Queste sono caratterizzate da partizioni lignee che fungono anche da pareti attrezzate, atte all’alloggiamento di tutti gli strumenti necessari per le diverse attività: musicali, pittoriche, scientifiche e ludiche.
In ciascuna aula l’affaccio verso il giardino privato della scuola è caratterizzato da vetrate a tutta altezza, in modo da garantire una continuità visiva con l’orto didattico e assicurare il maggior apporto possibile di luce naturale; sulla parete opposta, all’interno del “muro abitato”, si trovano i bagni che fanno da filtro tra atelier e agorà.
Materiali e sostenibilità del progetto
Coerentemente con l’impianto di progetto, ispirato alla tradizione locale, anche la scelta dei materiali impiegati segue lo stesso principio. Per tale motivo il progetto vede l’uso prevalente di un materiale della tradizione sarda come la terra cruda, di grande valenza didattico-pedagogica, ma anche materiale economico, di facile impiego e dalle elevate prestazioni termiche. La terra cruda infatti spicca per la sua inerzia termica ovvero la capacità di opporsi al passaggio del flusso di calore e di accumularne una parte, mantenendo una temperatura dell’ambiente interno omogenea, nonostante le variazioni di temperatura esterna.
Tale materiale, utilizzato per il muro dell’agorà, fa sì che quest’ultima sia concepita come una serra solare in grado di regolare il comfort climatico degli ambienti interni durante tutto l’anno.
In inverno infatti, la parete in terra cruda assorbe i raggi solari che penetrano dalla grande vetrata sul giardino botanico; il calore accumulato durante il giorno viene rilasciato durante la notte minimizzando l’escursione termica. Durante l’estate invece il comfort interno è garantito da:
- un sistema di frangisole, che regola l’ombreggiamento dell’ambiente durante le ore diurne;
- da un sistema di ventilazione che consente il raffrescamento degli ambienti durante le ore notturne.
Oltre alla serra solare, ai frangisole e al sistema di ventilazione sono stati adottati altri sistemi solari passivi come il tetto giardino piantumato con sedum, i vetri basso emissivi e l’isolamento termico tramite materiali naturali. Dal punto di vista impiantistico invece, lo studio Aut-Aut ha previsto l’approvvigionamento da fonti rinnovabili tramite l’utilizzo di sonde geotermiche per il riscaldamento e l’impego di pannelli solari ibridi (sistemi solari attivi). L’obiettivo è la creazione di un edificio che segua i principi dell’architettura bioclimatica, in grado di ridurre al minimo le emissioni, i consumi energetici e dunque le spese di gestione.
Il giardino botanico
Sempre nell’ottica della sostenibilità e del risparmio energetico fondamentale è il recupero delle acque piovane. Nel progetto della nuova scuola di Selargius tale compito è assolto dal laghetto al centro del giardino botanico. Tale specchio d’acqua si trova sullo stesso livello della scuola mentre, lungo il recinto, il terreno presenta una leggera pendenza; lo scopo è quello di aumentare, grazie anche alla piantumazione di alberi ad alto fusto, il senso di profondità per chi si trova all’interno del giardino botanico.
Dal punto di vista formale, quest’ultimo presenta caratteristiche analoghe all’hortus conclusus, il giardino medievale circondato da alte mura in cui i monaci coltivavano piante officinali; la volontà dei progettisti di Aut-Aut è quella di ricreare il fascino di mistero che un tempo caratterizzava quei luoghi.