- scritto da Chiara Nicora
- categoria Progetti
L'intervento di Foster+Partners sul Reichstag di Berlino compie 18 anni
Sono passati 18 anni dall’intervento di restauro di Foster+Partners sull’edificio che ospita il Parlamento tedesco: il Reichstag di Berlino. Nonostante l’evoluzione delle tecnologie e le nuove risorse il progetto risulta ancora oggi attuale e precursore dei principi di progettazione ecosostenibile in un contesto delicato di recupero di un edificio storico.
In copertina: Immagine di Matthew Field, licensed under GFDL 1.2 via Commons.
Il Parlamento tedesco
Costruito alla fine del XIX secolo dall’architetto Paul Wallot, l’edificio che ospita il Parlamento tedesco ha attraversato le vicende del XX secolo subendo diverse modifiche e rimaneggiamenti. I bombardamenti della seconda guerra mondiale avevano messo a dura prova la struttura e nel 1954 la cupola originaria fu demolita. Negli anni '60 un invasivo progetto di ristrutturazione aveva modificato sia gli ornamenti di facciata sia gli interni, che in quell’occasione furono rivestiti con pannelli in cartongesso e amianto.
Il progetto di restauro di Foster + Partners
Il progetto di restauro del Parlamento tedesco porta la firma di Foster + Partners. L'intervento, portato a termine nel 1999, ha riportato alla luce le stratificazioni storiche e ha recuperato una serie di elementi nascosti dai rivestimenti dell’ultimo intervento sull’edificio. Frammenti di modanature, i graffiti in cirillico disegnati nel 1945 dai soldati sovietici e i disegni dei muratori dell’intervento degli anni ’60 sono emersi durante le demolizioni e sono stati preservati per documentare la storia travagliata del manufatto e non solo. La funzione rappresentativa dell’edificio e la necessità di integrare l’accessibilità pubblica con lo svolgimento delle attività parlamentari hanno guidato le scelte progettuali tradotte in due semplici concetti: trasparenza e sostenibilità ambientale.
Tutte le funzioni sono a vista: all’interno della vecchia struttura sono state recuperate le aperture originarie delle finestre e i nuovi spazi sono ospitati in elementi in vetro. L’ingresso sul lato ovest è stato riaperto per permettere l’accesso all’edificio attraverso la monumentale scala. L’interno è disposto su tre livelli: il primo accoglie la camera parlamentare con 750 posti, il secondo è dedicato alle stanze per il Presidente e il Consiglio dei Ministri, mentre il terzo è suddiviso in ambienti per le riunioni dei partiti e in spazi dedicati al pubblico. Un terrazzo, infine, corona l’edificio dal quale è possibile raggiungere un ristorante e l’accesso alla cupola.
Il Reichstag in esercizio consuma una grande quantità di energia elettrica che viene ricavata da una centrale appositamente realizzata e che funziona a biomassa. Il petrolio vegetale bruciato permette di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. Il calore prodotto dalla combustione viene immagazzinato sotto terra dove è stato trovato un deposito acquifero e durante l’inverno l’acqua calda immagazzinata viene sfruttata per l’impianto di riscaldamento.
La cupola e il "light sculptor"
La cupola del Reichstag di Berlino è l’elemento chiave dell’edificio: simbolo e oggetto tecnologico che garantisce il benessere degli ambienti interni sfruttando in maniera combinata i raggi del sole e la ventilazione naturale.
Alta 23,5 metri e con un diametro di 40 metri, la cupola è costituita da una struttura di acciaio rivestita da tre strati: due di vetro e uno interposto di vinile di stagno. Al suo interno sono collocate due rampe elicoidali, che conducono a una piattaforma dalla quale è possibile osservare la camera parlamentare dall’alto, e il “light sculptor".
Il “light sculptor" è un tronco di cono che attraversa tutta la cupola ed è completamente rivestito da specchi di vetro altamente riflettenti. Uno schermo mobile, che segue i raggi del sole, impedisce il surriscaldamento e modula la penetrazione delle radiazioni luminose negli spazi interni. Durante il giorno la luce assorbita dagli specchi viene deviata a seconda della stagione. In inverno è anche possibile togliere completamente lo schermo e far entrare direttamente i raggi solari. L’energia necessaria per attivare il meccanismo è fornita da una serie di cellule fotovoltaiche posizionate sul tetto. Questa struttura favorisce anche il sistema di ventilazione naturale: l’aria fresca viene captata dall’esterno attraverso il portico a ovest e convogliata verso il pavimento della sala parlamentare, l’aria calda viene estratta alla sommità del tronco di cono con ventilatori assiali e scambiatori di calore che recuperano l’energia prima di far defluire l’aria all’esterno. La ventilazione degli altri ambienti avviene in modo naturale con la combinazione della gestione manuale delle aperture e del controllo della vetrata esterna secondaria.