- scritto da Giovanna F
- categoria Progetti
L'arca di Konieczny: esempio di architettura consapevole e rispetto del territorio
«Il valore inestimabile di questo luogo è di certo la splendida vista». Così in breve si esprime l’architetto polacco Robert Konieczny pensando al luogo dove realizzerà la sua piccola abitazione immersa nella natura. Nasce così l'Arca di Konieczny, l'architettura rispettosa del territorio che sorge nei pressi di Brenna, in Polonia, il cui progetto è stato vincitore del premio Wallpaper Design Awards 2017.
Il progetto dell'Arca di Konieczny dello studio KMK Promes sembrava pronto per divenire esecutivo, quando l’iter è stato interrotto per un rilevato rischio di frane, molto raro in quella zona montuosa della Polonia. L’architetto Robert Konieczny allora ha dovuto rivedere il progetto dell’edificio, anche se il terreno interessato non era in pericolo, e ha modificato il design per farlo entrare in piena simbiosi con la natura e metterlo in sicurezza.
«L'edificio più appropriato per quell’angolo di natura si è rivelato essere completamente aperto al paesaggio montano, un edificio a un piano, che offre la stessa vista da ogni parte dell’interno».
L'intervento contro il rischio frane: il tetto invertito
Per risolvere il problema delle frane e per mettere in sicurezza l’abitazione, la struttura dell’edificio è stata concepita in modo che una sola parte toccasse il terreno e la restante seguisse la pendenza della collina. Con questa soluzione, una parte del piano terra, dove erano situate le camere da letto, viene portata al livello del primo piano. Inoltre per limitare il movimento del sottosuolo (causa principale delle frane), la casa viene sostenuta su tre muri indipendenti e per scongiurare i danni di eventuali frane è stata creata una base in cemento avente ruolo di ponte, sotto il quale l'acqua piovana può scorrere naturalmente.
Questo effetto di "tetto invertito" dona una sensazione di sicurezza ed al contempo l’impressione che l'abitazione fluttui sulla collina. È così che la casa prende forma ed inizia ad assomigliare all'arca da cui il nome: Arca di Konieczny.
«L'edificio doveva essere economico e facile da costruire. Questo è il motivo per cui ho deciso di isolarlo dall'interno: mi sono sbarazzato dei dettagli complicati che sono stati sostituiti dal calcestruzzo colato di un produttore locale. La schiuma spruzzata a struttura cellulare chiusa si è rivelata l'isolamento ottimale. È anche una barriera al vapore».
L'arca di Konieczny e le ampie vetrate verso i prati
Tutta la casa è circondata da ampie vetrate che immergono completamente chi vi abita nella natura, senza esporli però ai raggi Uv. Per evitare un surriscaldamento e proteggere la casa, l’ingresso viene ad essere costituito da un ponte mobile con doppia funzione di scale d’ingresso e porta. Per gli interni viene scelta una soluzione cementizia polimerica: gli interni si presentano ariosi, luminosi, connotati da un minimalismo elegante e caldo in cui vengono particolarmente valorizzati, anche dal pavimento, i complementi d’arredo di design scelti. I colori prevalenti sono chiari o neutri e si integrano perfettamente con il calcestruzzo che ricopre le pareti esterne e con il verde del paesaggio. Il risultato è stato un’abitazione in armonia con la natura, innovativa, rispettosa dell’ambiente e accogliente verso gli animali.
Dalla rampa, poche rocce compongono il vialetto, che, in assenza di giardino, risulta aperto alla montagna e agli animali, che pascolano intorno alla casa; in completa immersione nella natura. Per la stessa ragione, ovvero mantenere l’aspetto incontaminato e naturale del luogo, Konieczny non ha voluto inserire dei sistemi di illuminazione sul retro, ma ha preferito illuminare solo la parte frontale del corpo di cemento, trasformando la casa in una torcia nel buio.
«Una cosa sorprendente è che gli animali, vivendo al pascolo attorno alla casa, hanno iniziato a trattare l’edificio, specialmente lo spazio al di sotto del corpo di cemento, come casa loro. Quando all’inizio scelsi il nome per l’abitazione, Konieczny’s Ark proprio in virtù della sua struttura, non avremmo mai pensato, che la vita le avrebbe dato un secondo significato».