- scritto da Francesca Latini
- categoria Progetti
Pumphouse Point in Tasmania: il recupero del rifugio sul lago
Un’ambientazione da sogno quella in cui sorge il progetto di recupero degli australiani Cumulus studio. Il rifugio, oggi attrattiva turistica in Tasmania, è nato dalla riqualificazione dei due edifici esistenti la “Pumphouse” e la “Storehouse”.
LA RISTRUTTURAZIONE DEL RIFUGIO CASERA GIANIN
La Pumphouse si trova sul lago St. Clair, totalmente immersa nella natura della Tasmania, accerchiata dagli alberi e dalla vegetazione del Parco nazionale, patrimonio mondiale, ha come unico collegamento alla terra ferma una passerella in cemento di 250 metri di lunghezza. Uno scenario suggestivo ed onirico nel quale l’edificio, costruito nel 1940, originariamente afferente alla rete idroelettrica del paese, era in stato di abbandono da più di venti anni. La Storehouse si trova invece sulla riva del lago ed ospitava uffici e un’officina di manutenzione delle turbine.
L’intervento di riqualificazione e ristrutturazione dei due edifici ha permesso di realizzare 18 stanze, la maggior parte delle quali ubicate nella Pumphouse ed il restante nella Storehouse che inoltre ospita la cucina e diversi ambienti comuni come il salone e la zona pranzo.
Data l'ubicazione dei due edifici, per motivi logistici si è optato per elementi prefabbricati e standardizzati.
L’IMPORTANZA DEL CONTESTO NELLA PROGETTAZIONE
I lavori di riqualificazione hanno interessato principalmente gli interni, mentre per gli esterni si è deciso di mantenere le facciate originarie enfatizzandone il valore storico. L’edificio si eleva su tre piani e vi si accede da un portone in ferro che permette l’accesso al foyer, da cui è possibile raggiungere le stanze distribuite da un corridoio centrale nel quale trovano spazio ambienti comuni di attesa e per il relax. La scelta planimetrica è strettamente legata al paesaggio circostante, aperto alle due estremità il corridoio perde la mera funzione di distribuzione ed assume un valore spaziale superiore fungendo da binocolo sul paesaggio, mantenendo così un collegamento visivo continuo con la natura. In tal modo è come se la passerella che porta dalla terra ferma all’edificio continuasse e terminasse visivamente nella meravigliosa ambientazione che fa da intorno.
INTERNI IN LEGNO LOCALE E COLORI NEUTRI
Gli interni, completamente ripensati e riprogettati per poter ospitare le stanze e gli ambienti comuni del rifugio, sono caratterizzati dall’utilizzo di pochi materiali: legno, metallo e intonaco. Le pareti dell’ingresso e delle aree comuni sono rivestite da legno grezzo non trattato, mentre nelle stanze viene utilizzata una pannellatura più raffinata in legno della Tasmania. Per i dettagli come lampade, corrimano, ecc. viene invece utilizzato il ferro verniciato di nero, e le parti intonacate hanno colori neutri dal bianco al grigio, cercando di creare ambienti accoglienti e rilassanti in cui si possa godere del comfort e del paesaggio visibile da ogni finestra e da ogni stanza.
- crediti fotografie © Stuart Gibson, Adam Gibson