Il Tempio di tutte le religioni: l’architettura del mondo in un unico complesso

Il Tempio di tutte le religioni

Il Tempio di tutte le religioni della città di Kazan, in Russia, accoglie sotto lo stesso tetto fedeli di ogni religione e in esso si ritrovano stili architettonici di tutto il mondo.

Sulle sponde del fiume Volga, nelle leggendarie terre del regno dei tartari, dove Asia ed Europa si incontrano, si erge l’antica città di Kazan, che in lingua tartara significa “pentola”. Kazan venne fondata almeno un secolo e mezzo prima di Mosca dai tartari guidati da Gengis Khan, che ne fecero la capitale del loro regno. Oltrepassando la città antica e moderna, il maestoso Cremlino e le animate vie del centro, a ridosso di una linea ferroviaria di periferia, ci si imbatte in un estroso complesso dai colori sgargianti. In questo complesso si incontrano non soltanto Asia ed Europa, ma tutto il mondo, con tutte le sue religioni di oggi e di ieri nelle architetture che le rappresentano.

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Il Tempio di tutte le religioni, detto anche Tempio dell’Universo, prende vita nei primi anni ‘90, dalle utopiche idee dell’artista russo Ildar Khanov, ed è tuttora in fase di costruzione.

L’ideatore del Tempio di tutte le religioni

Ildar Khanov (1940-2013) studiò arti visive a Kazan e a Mosca e, una volta terminati gli studi, nel 1968, fu ammesso all’Unione degli artisti dell’URSS. In quegli anni infatti, Khanov era un artista molto prolifico sia nelle arti pittoriche che nella scultura. Viaggiò in India e in Tibet, dove si appassionò alla medicina orientale e alla filosofia buddista.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Khanov iniziò a mettere in pratica il suo sogno. Nel vero senso della parola: si narra infatti che Khanov sognò che Gesù stesso gli chiedesse di costruire un tempio ecumenico, universale. Ildar, insieme al fratello Ilgiz, iniziò allora a predisporre il progetto sui terreni di loro proprietà.

Il progetto del Tempio di tutte le religioni

L’eclettico complesso architettonico del Tempio di tutte le religioni si estende per circa 6 ettari, in uno spazio compreso tra la strada principale e una linea ferroviaria e comprende una varietà di edifici e stili architettonici che confluiscono armonicamente l’uno nell’altro. Una volta terminato, il complesso ospiterà 16 guglie corrispondenti a 16 religioni, comprese quelle di civiltà ormai scomparse, come gli antichi egizi.

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Dato l'attivismo di Ildar nella lotta contro le piaghe sociali della tossicodipendenza e dell’alcolismo, l’artista poté contare sul sostegno volontario di pazienti e conoscenti che contribuirono alla costruzione ed al sostentamento del centro attraverso donazioni e sponsorizzazioni, oltre che al supporto di diversi imprenditori locali.

Gli esterni dei 16 edifici rappresentanti le 16 religioni del mondo, con cupole, pinnacoli e pareti verticali, sono decorati con mosaici disposti in motivi geometrici e dai colori accesi, in cui spiccano il giallo, il verde, il bianco e il blu. Le strutture principali sono una chiesa ortodossa, un minareto, una sinagoga ed una pagoda

Gli spazi interni sono decorati con affreschi e sculture, che rimandano alle connotazioni tipiche della religione cui l’edificio è dedicato. Si incontrano i simbolismi di tutte le religioni più note: mezzelune islamiche, stelle giudaiche, croci cristiane, geroglifici egizi e una varietà di affreschi di culti e divinità orientali con motivi floreali ed elementi naturali. La sala della Chiesa cattolica è arredata con sedie di un teatro di cui è stato rinnovato l’interno originale ed è stata utilizzata anche per concerti di beneficenza.

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Il futuro del Tempio di tutte le religioni

Alla morte di Ildar, nel 2013, il fratello Ilgiz ha assunto il compito di definire il futuro del complesso del Tempio di tutte le religioni.

Prima di tutto è stato necessario organizzare la riparazione degli ingenti danni dovuti all'incendio provocato da un caposquadra, a seguito di dispute legali con la famiglia Khanov. Pur avendo eseguito alcune riparazioni essenziali, gli effetti dell'incendio sono ancora visibili. I lavori continuano saltuariamente all’esterno e all’interno degli edifici, incluse le sei sale che sono state aperte al pubblico dal 2017.

I piani di Ilgiz per il futuro includono anche un cambio di nome. In effetti, il Tempio di tutte le religioni non ospita riti o cerimonie religiose né è disponibile come luogo di culto. Oltre che da residenza della famiglia Khanov e dei collaboratori, il complesso funge da centro culturale e sociale, con un significato emblematico anche per la stessa città di Kazan, pacifico crocevia di popoli di fede e culture diverse.

Varcando la porta d’ingresso, si trova uno spazio dedicato alle donazioni, con la scritta “per l’eterna costruzione”. Il centro, che si staglia in tutta la sua incompleta bellezza, nello stridente contrasto tra i colori brillanti delle cupole e degli affreschi e il grigio spento dei calcinacci e della polvere perenne, non è un tempio, non è un luogo fisico, è solo un simbolo dell’utopica speranza che la diversità possa coesistere in pace sotto il tetto di un’architettura incantata che ancora fatica a diventare reale.

Silvia Paldino

Silvia Paldino Ingegnere Civile

Ingegnere calabrese, di adozione romana, lavora nel settore energetico. E’ autrice di articoli scientifici, diari segreti e innumerevoli filastrocche. Nella sua borsa non può mai mancare: un taccuino per prendere appunti. Nella sua testa non può mai mancare: la pianificazione del prossimo viaggio.